Perché il metaverso è la nuova frontiera degli investimenti

Una realtà virtuale, che però già oggi – ai primi stadi di sviluppo – attira fiumi di denaro reale. Siamo dunque all’inizio di una vera e propria rivoluzione?

Big del lusso, gestori di social network, società di intelligenza artificiale e persino gruppi immobiliari. Il metaverso sta registrando una vera e propria febbre degli investimenti, con confini difficili da immaginare oggi. Una realtà virtuale, che però già oggi – ai primi stadi di sviluppo – attira fiumi di denaro reale. Siamo dunque all’inizio di una vera e propria rivoluzione o piuttosto c’è il rischio che si formi una bolla speculativa destinata prima o poi a esplodere? “Internet non si è rivelata una trasformazione epocale da un giorno all’altro, premendo sull’interruttore dell’innovazione, e di certo non è stata opera di un singolo gigante della tecnologia che ha agito in modo isolato”, annota Giuliano D’Acunti, country head di Invesco in Italia, che da sempre analizza le nuove frontiere dell’innovazione nella sua prospettiva di gestore dei patrimoni. “In realtà, internet ha consolidato la sua centralità nelle nostre vite nel corso di molti anni e ha richiesto la collaborazione di numerosi stakeholder. La realizzazione del metaverso sarà altrettanto lunga e complicata. Si può ragionevolmente prevedere che la creazione e l’implementazione di una imponente rete di ambienti virtuali 3D si svolgeranno in un arco di tempo significativo e comporteranno una collaborazione di ampio respiro”.

Dunque siamo di fronte a un percorso appena iniziato, per cui investirvi può comportare rischi e opportunità, considerato che non è da tutti riuscire a individuare i campioni di domani. Tra le possibili criticità, l’esperto segnala la possibilità che innovazione e regolamentazione viaggino su velocità e ritmi diversi, con la seconda in affanno. “Lo abbiamo visto durante i primi anni di Internet e lo stiamo vedendo di nuovo con l’ascesa di concetti come le criptovalute, la tokenizzazione, l’intelligenza artificiale e il machine learning, tutti elementi che saranno fondamentali per il funzionamento del metaverso”.

Come fare, allora, a cavalcare il boom in arrivo? “La prima strategia da adottare è seguire un rigoroso processo di investimento per ridurre i rischi”, segnala D’Acunti. “La nostra base di partenza può essere la stessa di qualsiasi investimento tecnologico: attenzione alla valutazione, all’analisi dei fondamentali e al lungo termine”. Le acque inesplorate sono un corollario inevitabile delle rivoluzioni tecnologiche. “Sono intrinsecamente rischiose, perché anche questa è la natura del progresso, ma la storia recente suggerisce che spesso ci sono buone ragioni per fare il grande passo, e gli investitori consapevoli del rischio non dovrebbero pensare al metaverso come eccezione”.

Resta da capire quali chiavi di lettura adottare per comprendere potenzialità e limiti del nuovo scenario, che promette di cambiare in profondità il nostro modo di socializzare, di lavorare, le modalità di apprendimento e molte altre attività che sono parte della quotidianità. E soprattutto, è destinato a trasformare radicalmente anche il modo in cui effettuiamo le transazioni. “Le modalità di pagamento tradizionali probabilmente persisteranno negli ecosistemi virtuali del prossimo futuro, ma possiamo aspettarci che i portafogli dei nostri avatar contengano molto più di quanto oggi già conosciamo”, sottolinea D’Acunti. Il quale ricorda la centralità della blockchain, strumento tecnologico 

per registrare le transazioni digitali in modo sicuro, verificabile e permanente. Tutte caratteristiche vitali per il buon funzionamento del metaverso. La decentralizzazione consente la condivisione dei dati su base peer-to-peer e permette a ogni utente di verificare l’integrità delle informazioni in qualsiasi momento.

Una prova dell’efficacia delle transazioni nel metaverso abilitate dalla blockchain è offerta dai token non fungibili, noti anche con l’acronimo Nft. Si tratta di beni digitali, immutabili e commerciabili. Molti assumono la forma di oggetti da collezione, tra cui opere d’arte, oggetti virtuali del mondo del gaming e persino algoritmi o testi. La tecnologia blockchain viene utilizzata per garantire la provenienza e una storia incontrovertibile della proprietà degli asset non fungibili, che a sua volta può incoraggiare la cosiddetta “componibilità”, vale a dire ovvero la libertà per gli sviluppatori di co-creare Nft senza la possibilità che i componenti sottostanti perdano l’attribuzione o scompaiano del tutto.

Tirando le fila del discorso, D’Acunti segnala che alle opportunità di investimento si accompagnano alcune incognite. “Per individuare i titoli con un buon potenziale di valorizzazione occorrono competenze avanzate e la capacità di intravedere gli sviluppi futuri. Come investitori a lungo termine, cerchiamo opportunità che hanno più probabilità di rimanere attraenti per anni o persino decenni”. Un modo, conclude, per distinguere l’investimento sostenibile nel tempo dall’azzardo.

fonte www.repubblica.it

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